Bastila Shan
Bastila Shan | |
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Informazioni biografiche | |
Pianeta d'origine | |
Descrizone fisica | |
Razza | |
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Femminile |
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Grigi |
Informazioni storiche e politiche | |
Epoche | |
Affiliazione | |
Maestri noti |
- "La Forza combatte con me!"
- ―Bastila Shan[fonte]
Bastila Shan fu una Cavaliere Jedi dell'epoca della Guerra Civile Jedi, particolarmente capace e famosa perché era l'unica della sua era in grado di utilizzare la Meditazione da Battaglia. Proprio per questo la Repubblica, in quel momento difficile per la sua esistenza, faceva spesso affidamento su di lei per combattere le orde dei Sith di Darth Malak. Bastila partecipò alla missione per ritrovare la Star Forge guidata da un Revan redento, del quale si innamorò. Brevemente soggiogata al lato oscuro da Malak, Bastila riuscì a redimersi e fu successivamente lasciata nella Repubblica da Revan a sorvegliare la rinascita dei Jedi.
Indice
Biografia
Giovane Padawan
Bastila Shan nacque sul pianeta Talravin da un padre amoroso ed una madre avida, che Bastila odiò per gran parte della sua fanciullezza. Come molti Jedi dell’antico Ordine, Bastila venne identificata dai Cavalieri Jedi in giovanissima età, e tolta alla sua famiglia per essere condotta su Coruscant, dove intraprese l’addestramento imparando la rigida disciplina Jedi. Nonostante tutto, Bastila crebbe diventando una giovane donna impulsiva ed esuberante.
Bastila era dotata nell’arte Jedi della Meditazione da Battaglia: una rara abilità accessibile solitamente solo ai più dotati e saggi Maestri Jedi. Attraverso la semplice forza di volontà, era in grado di influenzare il corso di grandi battaglie. Poteva fortificare il coraggio dei facenti parte di uno scheramento, diminuendo al contempo quello degli avversari. Si trattava di un talento dispendioso, ma Bastila si dimostrò estremamente abile durante battaglie cruciali nel corso della campagna di Darth Malak contro la Repubblica.
Allo scoppio delle Guerre Mandaloriane, Bastila fu tentata dal seguire Revan in guerra, ma il Consiglio Jedi la dissuase e lei gli rimase fedele. Osservò impotente le vittorie e le sconfitte della Repubblica, ma ammirò molto la Battaglia di Malachor V, con la quale i Mandaloriani vennero finalmente respinti dalla Galassia. Tuttavia, le sofferenze non erano finite: se da un lato era lieta per la disfatta degli invasori, dall’altro s’incupì quando Revan tornò come Signore Oscuro dei Sith: da salvatore a conquistatore.
La Guerra Civile Jedi
La giovane fu presente in molti dei campi di battaglia della Guerra Civile Jedi. Sapendo quanto ella fosse importante per l’Ordine, il Consiglio Jedi ammonì Bastila di essere prudente, ma la giovane continuava tuttavia a dedicare ogni fibra del suo essere allo scopo di sconfiggere la minaccia dei Sith e dimostrare il suo valore ai Jedi. La sua preziosissima Meditazione alle volte era l'unica cosa che potesse impedire ai Sith di ottenere vittorie enormi.
Quando Revan lanciò il suo attacco alla Repubblica, Bastila non poté fare altro che combattere contro le sue orde di Sith, ed assistere impotente a quei Jedi che rinnegavano il loro Ordine ed il loro addestramento per unirsi alle file di Revan.
Bastila fu fondamentale nell’ultima grande risposta della Repubblica contro Darth Malak e Darth Revan. Quando la flotta della Repubblica riuscì a intrappolare le navi di Darth Revan in una morsa mortale, Bastila fece uso della Meditazione da Battaglia. Tramite la Meditazione, Bastila permise alle forze della Repubblica di accerchiare quelle di Revan, e subito dopo la padawan guidò la squadra d’abbordaggio a bordo dell’ammiraglia del Signore Oscuro, con il quale si trovò faccia a faccia. Si preparò ad affrontarlo, ma la nave dell’apprendista di Revan, Darth Malak, colpì violentemente l’ammiraglia. Bastila salvò Revan dall’esplosione, che aveva praticamente squassato la sua mente. Dopo questo evento, che cambiò la sua vita, Bastila trasmise il proprio cambiamento d’animo anche nell’uso della spada laser: innanzitutto la cambiò, e la prese a due lame, e in seguito scelse uno stile più aggressivo.
La cerca della Star Forge
Nel frattempo, il Consiglio Jedi era venuto a conoscenza di alcuni allarmanti dettagli in merito al piano dei Sith che comprendeva l’uso della misteriosa Star Forge, della quale necessitava però maggiori informazioni se sperava di sconfiggere i Sith. Idearono così un pericoloso e controverso piano nel quale Bastila Shan doveva rivestire un ruolo di primo piano.
Il prigioniero Revan venne sottoposto ad una cancellazione della memoria, e gli venne data una nuova identità. Questa nuova persona venne affidata a Bastila per la ricerca di Darth Malak e della Star Forge. Bastila mantenne un occhio attento su Revan, per percepire eventuali segni di contaminazione del lato oscuro rimasti nella sua personalità. Questa consapevolezza le aprì gli occhi verso il lato oscuro molto più di quanto si aspettasse. La ricerca della Star Forge, che si svolse su svariati pianeti, mantenne Revan e Bastila a stretto contatto, e spinse quest’ultima verso un più arduo e difficoltoso ruolo di Jedi.
Bastila, Carth Onasi, e il redento Revan vennero catturati di Darth Malak e tenuti prigionieri a bordo della sua nave ammiraglia: la Leviathan. Con l’aiuto dei loro compagni di viaggio dalla Ebon Hawk, i tre riuscirono a fuggire, ma non prima che Revan scoprisse la verità sulla doppiezza del Consiglio Jedi. Sconvolto, Revan cercò di superare questa rivelazione, proprio mentre Bastila si lanciò eroicamente contro Darth Malak per cercare di distrarlo e permettere così la fuga di Revan e Carth. I due riuscirono a tornare sulla Ebon Hawk, ma Bastila venne catturata nuovamente e imprigionata.
Fra luce e oscurità
Malak torturò Bastila, corrompendo la sua volontà e spingendola verso il lato oscuro della Forza. Quando Revan incontrò nuovamente Bastila, si ritrovò davanti una guerriera oscura ricolma di rabbia. Bastila cercò di convertire Revan di nuovo verso il lato oscuro, e la decisione finale di Revan avrebbe segnato il futuro di Bastila, della Star Forge, e di Darth Malak. I due si incontrarono sia su Lehon che sulla Star Forge, mentre infuriava la battaglia finale; alla fine, Revan riuscì a redimere Bastila, la quale diresse la propria Meditazione da Battaglia contro i Sith, permettendo alla Repubblica di ottenere l'agognata vittoria.
Nella cerimonia che ne seguì, Bastila, Revan e gli altri furono decorati dall'Ammiraglio Forn Dodonna con la Croce di Gloria.
Nell'ombra
Un anno dopo la grande vittoria, Revan lasciò la Galassia per le Regioni Ignote, recandosi a combattere una minaccia che egli riteneva ancor peggiore di Malak. Bastila e Carth vennero lasciati a proteggere la Repubblica. Un compito molto arduo, dal momento che alcuni Signori dei Sith si coalizzarono per distruggere ciò che restava del governo repubblicano e, nel farlo, presero naturalmente di mira l'Ordine Jedi, che si scinse e si disperse per la Galassia.
Sopravvissuta al Massacro di Katarr, Bastila a sua volta si nascose. Cercò disperatamente di rintracciare Revan, ma sempre senza successo. Sperò che l'Esule Jedi potesse avere informazioni a riguardo, ma ancora una volta rimase delusa. Ad ogni modo, dopo la distruzione di Darth Traya, Bastila fu una dei pochi Jedi ancora in vita che poterono assistere alla rinascita del loro Ordine.
Personalità e caratteristiche
Bastila Shan era un'unione di molte qualità e caratteristiche contrastanti fra di loro. Pur essendo una delle Jedi migliori di cui l'Ordine potesse disporre, era ugualmente costantemente rimproverata dai suoi maestri per i suoi tratti negativi.
Bastila era difatti spesso altezzosa e troppo fiduciosa delle sue capacità, un tratto, questo, probabilmente indotto dal fatto che fosse l'unica del suo tempo a padroneggiare la Meditazione da Battaglia. Ancora per questo si sentiva oberata dalle responsabilità e addossata dagli occhi di tutti, che in lei vedevano le proprie speranze contro i Sith. Per questo combattere il lato oscuro divenne il suo scopo di vita.
Nonostante questo, Bastila era estremamente rigorosa e applicava il Codice Jedi in modo assolutamente ortodosso. In particolare era convinta più di ogni altra cosa che ad ognuno andasse garantita una possibilità di redenzione; fu proprio questa convinzione che la portò a credere in Revan e ad aiutarlo ad abbracciare nuovamente il lato chiaro. E fu anche questo che la portò — benché ciò fosse in contraddizione con il Codice che tanto si impegnava a rispettare — ad innamorarsi di lui.
Oltretutto, Bastila era tormentata al suo interno, in quanto si chiedeva continuamente se stesse seguendo in modo giusto la dottrina alla quale era devota. Furono questi dubbi a portarla a cadere nella morsa del lato oscuro; e, ancora una volta, furono le convinzioni di Revan a permetterle di uscirne.