Self-Propelled Heavy Artillery
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SPHA | |
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Note di fabbricazione | |
Produttore | |
Modello |
Artiglieria pesante autoalimentata[1] |
Tipo |
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Note tecniche | |
Lunghezza |
140.2 metri[2] |
Altezza |
20.6 metri |
Velocità massima |
35 km/h |
Armi |
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Equipaggio |
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Equipaggio minimo |
12 [2] |
Passeggeri | |
Capacità di carico |
500 kg |
Autonomia |
1 settimana |
Utilizzo | |
Ruoli |
Artiglieria autoalimentata[1] |
Epoche | |
Affiliazione |
- "L'uso di quest'arma contro i droidi è un male necessario. Ma che dire contro i viventi? Un pensiero triste, certamente."
- ―Mace Windu[fonte]
Il camminatore SPHA (acronimo di Self-Propelled Heavy Artillery, ossia Artiglieria Pesante Autoalimentata) era un pezzo d'artiglieria pesante adoperato dal Grande Esercito della Repubblica durante le Guerre dei Cloni e successivamente anche dall'Impero Galattico.
Indice
Caratteristiche
Diversamente dai camminatori più piccoli come l'AT-TE, le unità SPHA non potevano essere trasportate sul campo di battaglia da cannoniere LAAT/c per via della loro mole titanica. L'unico modo per schierarle era, perciò, quello di sbarcarle direttamente da un "Acclamator" atterrato, il quale poteva trasportarne fino a 36.[1]In combattimento, gli SPHA ricevevano gli ordini da posti di comando a terra, situati in punti-chiave dai quali era possibile godere di una visuale del campo di battaglia molto più estesa e nitida che non quella che si sarebbe avuta dalla cabina di uno SPHA.
Ciascun camminatore disponeva di un complemento di 30 soldati clone che potevano essere sbarcati con rapidità attraverso un boccaporto dorsale. Nel giro di qualche secondo, la fanteria era in grado di lasciare il veicolo e rendere sicura l'area limitrofa, proteggendo lo SPHA dalle truppe nemiche e da altre unità leggere.
Varianti
Il telaio dell'SPHA faceva da base per un set di armi intercambiabili, dando così origine ad una serie di varianti SPHA delle quali la più diffusa e meglio documentata fu senz'altro la configurazione turbolaser SPHA-T.

SPHA-T
L'arma principale di questo camminatore era un cannone turbolaser pesante, capace di causare serissimi danni da fuoco diretto a bersagli grandi e piccoli. Lo svantaggio fondamentale di questa variante era la sua incapacità intrinseca di fornire copertura di fuoco al di fuori della linea visiva, problema che fu corretto nelle versioni successive. Un'altra pecca era dovuta al sistema di autoalimentazione del turbolaser che, in quanto isolato da altre fonti di energia, aveva una durata limitata e doveva essere sostituito sul posto attraverso l'installazione di un nuovo cannone.
SPHA-I
Variante dotata di cannone a ioni (Self-Propelled Heavy Artillery-Ion cannon).[3]
SPHA-V
Variante dotata di laser anticarro (Self-Propelled Heavy Artillery-Anti-vehicle laser).[3]
SPHA-C
Variante dotata di lanciamissili a concussione (Self-Propelled Heavy Artillery-Concussion Missile).[3]
SPHA-M
Variante dotata di cannone a proiettili (Self-Propelled Heavy Artillery-Mass-driver cannon).[3]
Queste ultime due unità abbisognavano di munizioni fisiche e, pertanto, soffrivano dello svantaggio tattico di necessitare di frequenti rifornimenti. Sugli scafi di alcuni SPHA si potevano trovare 12 blaster antifanteria retrattili, governati da 10 artiglieri (da aggiungere al già ricco equipaggio di 15 cloni).
Storia
Sviluppo
Progettato dalla Rothana Heavy Engineering, sussidiaria in incognito della Kuat Drive Yards, il camminatore SPHA voleva essere una piattaforma d'artiglieria terrestre per il supporto a lungo raggio.
La sua esistenza era complementare a quella di due altri strumenti chiave della strategia militare repubblicana: il camminatore AT-TE e la cannoniera LAAT/i. In un attacco da manuale, agli AT-TE e alle LAAT spettava il compito di fare breccia e guadagnare posizioni, così da stabilire basi al fronte e consentire ai mezzi pesanti (come gli SPHA) di guadagnare terreno e far avanzare i rifornimenti.
Nel costruire il mezzo, gli ingegneri della Rothana non dovettero far altro che sviluppare il loro prototipo attorno alle componenti richieste: un grande impianto d'armi dorsale e un reattore potente per soddisfare le richieste energetiche del cannone, uniti all'usuale equipaggiamento di supporto e alle postazioni per il personale.

Per non appesantire il camminatore, i progettisti rinunciarono a montarvi un complesso meccanismo su torretta, conferendo così al mezzo nella sua interezza il compito di riposizionarsi ad ogni colpo per soddisfare le coordinate di tiro. A causa del basso ritmo di fuoco e della limitatissima mobilità delle armi, lo SPHA risultava completamente indifeso contro bersagli rapidi come speeder o piccoli velivoli. Analogamente agli altri camminatori, il ricorso a gambe articolate come mezzo di locomozione vanificava l'uso di armi anti-repulsione contro di esso, al prezzo però di una drastica dimunzione nei riflessi e nella velocità.
Il prodotto finale fu un camminatore dotato della letalità di un cannone da nave capitale ma gravato da una mole colossale. La già ridotta mobilità era esacerbata dalla pesante corazzatura che avvolgeva lo SPHA, specialmente nelle aree vicine al ponte di comando. Questa blindatura era necessaria alla protezione del reattore dal fuoco nemico, poiché un'eventuale fusione avrebbe provocato tremendi danni collaterali.
Impiego

Il Grande Esercito della Repubblica fece ricorso alle unità SPHA durante tutte le Guerre dei Cloni, in scontri terrestri come la Prima Battaglia di Cato Neimoidia, la Battaglia di Muunilinst (quando molti camminatori andarono distrutti per mano degli sfuggevoli droidi lancieri IG), la Seconda Battaglia di Rhen Var e la Seconda Battaglia di Tatooine. Durante tutti questi combattimenti planetari emersero nettamente sia le caratteristiche vincenti che le pecche degli SPHA.
Seguendo un suggerimento di Anakin Skywalker, i comandanti di molti Star Destroyers di classe Venator della Flotta del Cerchio Aperto presero a dispiegare SPHA-T all'interno degli hangar ventrali. Questa tattica rivelò tutta la sua efficacia durante la Battaglia di Coruscant, specialemente contro le fregate stellari di classe Munificent.[4]
I camminatori della serie SPHA rimasero in servizio fino ai primi anni dell'Impero Galattico, quando furono sostituito dalla serie SPMA, più rapida e manovrabile.[5]
Presente in
- Star Wars Episodio II: L'attacco dei cloni (prima apparizione)
- Star Wars: Galactic Battlegrounds: Clone Campaigns
- Star Wars: The Clone Wars (videogame)
Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 1"
Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 4"
Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 8"
Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 9" (in un ologramma)
Star Wars: Clone Wars – "Capitolo 20"
- "Hide in Plain Sight" - Clone Wars Adventures: Volume 2
- "Impregnable" - Clone Wars Adventures: Volume 7
- "Chain of Command" - Clone Wars Adventures: Volume 10
- Jedi: Yoda
- Jedi Trial
- Labyrinth of Evil
- Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith (Fuoco di cannone di uno SPHA-T dall'interno di un Star Destroyer di classe Venator)
- Star Wars Rebellion: Mio fratello, il mio nemico
Fonti
- Inside the Worlds of Star Wars: Attack of the Clones
- Attack of the Clones: The Visual Dictionary
- The Official Star Wars Fact File 71 (SPH1-2, Self-Propelled Heavy Artillery-Turbolaser (SPHA-T))
- The New Essential Guide to Vehicles and Vessels
Self Propelled Heavy Artillery - Turbolaser nel Databank di SW.com
Self-Propelled Medium Artillery - Turbolaser nel Databank di SW.com
Republic assault ship nel Databank di SW.com
SPHA-T: An Expanded Universe Vehicle su Wizards.com (articolo)
- The Clone Wars Campaign Guide